Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2017

La Sfarziglia, il coltello della camorra

Immagine
L'affiliazione alla Bella Società Riformata, cioè la camorra dei primi dell'800, avveniva tramite rito di iniziazione definito "Zumpata", che consisteva in una sorta di duello rusticano. L'arma maggiormente usata in questo duello era 'A Sfarzeglia , la Sfarziglia. Simile  più a uno spadino a serramanico che a un coltello, la sfarziglia era ideale per essere trasportato e usato con facilità. Insieme al "Zumpafuosso", altro coltello tipico del napoletano, sarà anche l'arma dei cosiddetti briganti, ovvero dei patrioti duosiciliani che combatterono contro l'esercito sabaudo subito dopo l'occupazione del Regno delle Due Sicilie e l'annessione dello stesso al Regno d'Italia. La sfarziglia era un coltello che, aperto, era lungo tra i 30 e i 50 cm. Alcuni avevano il finale del manico a forma di scarpetta, altri invece rotondo. Con l'apertura a molla, avevano lo sblocco con la pompa dorsale oppure con la tabella. Purtroppo, d...

'Ndrangheta, il rito di iniziazione

Immagine
Non tutte le malavite hanno rituali di iniziazione. La camorra, ad esempio, anche per la sua composizione pulviscolare e priva di un capo e di una "cupola", da decenni ormai non pratica più un rituale di iniziazione (a meno che alcuni camorristi non decidano di affiliarsi ANCHE a mafia o 'ndrangheta, giusto per fare due esempi). Si diventa camorristi superando una prova, come farsi sparare col giubbotto antiproiettile. Ma il famoso rituale del film Il Camorrista , che si rifaceva alla camorra cutoliana, uscita sconfitta dalla guerra di camorra contro al Nuova Famiglia, era più simile al rituale di altre malavite italiane. La 'Ndrangheta, ad esempio, mantiene ancora un rituale di iniziazione cui deve sottoporsi chiunque voglia entrare nell'organizzazione. Il rituale della 'ndrangheta, similmente a quello della mafia, ricorda un po' il rituale di iniziazione massonica, non fosse altro per il richiamo - come vedremo - a Garibaldi, Mazzini e La Marmor...

Guapparia, una canzone intramontabile

Immagine
Sembrerà strano, ma la musica ha sempre avuto un ruolo importante nell'immaginario malavitoso, sia per i "contrasti" (cioè i non affiliati) sia per gli stessi malavitosi. Tra le canzoni più antiche e più note, adorata dai vecchi camorristi napoletani, ma anche dagli esponente delle altre mafie meridionali, vi è certamente Guapparia . Guapparia fu scritta nel 1914 da Libero Bovio, poeta e giornalista napoletano, e musicata da Rodolfo Falvo, detto Mascagnino per la somiglianza col più noto Pietro Mascagni. Il testo parla di un guappo  della Sanità che, per amore della sua Margherita, ha perso il suo onore di uomo malavitoso. Nel video proposto, la celebre versione di Mario Merola nel film Guapparia , datato 1984: Scetateve, guagliune 'e malavita, Ca è 'ntussecosa assaje 'sta serenata! Io songo 'o 'nnammurato 'e Margarita Ch'è 'a femmena cchiù bella d' 'a 'Nfrascata. Ll'aggio purtato 'o capo cuncer...

La leggenda di Osso, Mastrosso e Carcagnosso

Immagine
Tre fratelli.  Tre cavalieri spagnoli affiliati alla società cavalleresca La Garduna , fondata forse a Toledo nel 1412. I loro nomi, italianizzati, sono Osso, Mastrosso e Carcagnosso. Essere cavalieri significa seguire un preciso codice di comportamento, uno stile di vita improntato soprattutto sull'Onore. Ed è proprio per vendicare l'onore, perduto, della loro sorella che i tre cavalieri spagnoli uccidono l'uomo colpevole dell'oltraggio. Condannati a 29 anni, 11 mesi e 29 giorni di carcere, vengono confinati sull'Isola di Favignana, territorio appartenente alla corona di Spagna. Cosa accada in quasi trent'anni di reclusione non è dato sapere, ma la leggenda vuole che i tre cavalieri escano dal carcere profondamente cambiati: sono uomini nuovi, con molte più conoscenze, depositari di rituali e usanze, decisi a vivere secondo i due valori di Onore e Omertà. Partiti da Favignana a bordo di una barca ricoperta da un velo tutto in oro e infilate con...